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Pubblicata il 19/01/2004
Cesti d'amare mani
singrappano al superno
lucente palo,
la superficie glabra non da' appiglio
nessun sostento,
cosi, scivolando, rimani abbagliato da tanta stupenda,riflessa luce,
talmente bella m'allo stesso tempo algente,
falsa diapo, d'un bellissimanimo,
l'abissante gorgo negro in cui finisci
t'accoglie com'una dolce balia,
la paura passante scomparizza
assopendoti nel sicur sonno
che tutto pacifica sempre piu’
e piu' ancora, fino all'esaurimento del vital flusso
e li, tremando,ridesto dal mortal riposo
cerchi , ma purtroppo cedi,morendo.
Morte allo stolto , ciclopico scellerato
che non ha cercato, perdendosi nel se,
nella parte piu oscura dell'animo umano.

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