PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 12/01/2004
Solo s'appresta
un violino
mai pago
di tela di strade
in questa foresta
di case e lampioni
Passo su passo
in marcia stridente
d'ardore suadente
a volte veemente
a tratti più incerto
Amori perduti
rincorsi d'un fiato
bevuti ansimando
Partite giocate
col cieco destino
che muove le carte
con fare indolente
Ma spesso l'ordito
di note imperiose
nasconde fra i denti
il cupo segreto
che a muover le fila
d'un vento insipiente
non sia che l'incerto
ballar d'un demente






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Ho ascoltato piazzolla
in moltissime versioni
dalla fisarmonica al bandoneon
e visto concerti a lui dedicati
tra cui i violini delle sua quattro stagioni
meno conosciuto in questa sua veste classica
ma sempre splendido
la tua poesia si mischia ai suoi sentimenti e evidentemente ai tuoi, perché nella chiusa, invece di risaltare la forza di questo musicista
viene fuori un sentire insignificante, senza sentimenti positivi che non so decifrare se non con un tuo stato d'animo attuale

in ogni caso, il testi è interessante
ti bacio
Kat

il 12/01/2004 alle 17:16

Sempre stimolanti e attenti i tuoi commenti, cara Kat. Certo se mi limitassi ad uno sterile elenco delle sonorità di un brano non credo che farei poesia, ma solo cronaca. E' ovvio che io posso descrivere quello che la musica di Piazzolla rappresenta per me. Per me è potente incisiva, sprezzante, ma allo stesso tempo trasuda inquietitudine, smarrimento di fronte al dolore del mondo. Tutto questo al di la del mio stato d'animo del momento. Essa 'oggettivamente' mi comunica quello che ti ho detto. Del resto, Kat, i sentimenti positivi possono anche nascere come reazione e rivalsa nei confronti di un mondo senza senso. Possiamo essere positivi, gioiosi, allegri quanto vogliamo ed è giusto e 'sano' esserlo, ma non possiamo far finta che intorno a noi il dolore non esista e rimanere insensibili ad esso. Attenzione, io parlo di dolore del mondo, non degli uomini. Il dolore di una tormenta, di un tramonto, di un cielo stellato. Definire tutto questo come un 'sentire insignificante' non lo trovo condivisibile.
Un bacione e grazie
Andrea

il 12/01/2004 alle 17:37

ho letto il commento di kat e devo dire, che ascoltare questi grandi musicisi e' entrare in loro portandoci dietro il nostro essere,posso quindi capire cio' che hai di lui sentito, e' molto bella
Ciao
LUna

il 12/01/2004 alle 17:47

Interpretare noi stessi e il mondo nel setaccio della nostra anima. Per me la poesia è questo. Grazie lunetta.
Un bacio
Andrea

il 12/01/2004 alle 17:53

Non lo condivido neppure io
Quello che volevo dirti è ciò che ho sentito nelle parole da te usate usate:
"...cupo segreto
...vento insipiente
... ballar di un demente"
inoltre neppure io penso che bisogna fare della poesia una prosa descrittiva
ma non è sempre facile capirsi

ti bacio
Kat


il 12/01/2004 alle 18:25

Come sempre musicali, i tuoi versi.
Dedica eccellente, Andrè!

il 12/01/2004 alle 20:50

Devo confessarti che anche io l'ho letta come Kat (sono una grandissima appassionata!) e pur avendo letto la tua risposta non riesco ancora ad essere daccordo ... trovo invece la sua musica (oltre a ciò che tu vi leggi) una profonda analisi ed introspezione dei dolori del mondo e proprio per questo così drammaticamente urlata ... e proprio per questo così drammaticamente gioiosa ... struggente ... magica ... la tua interpretazione ... pur interessantissima e toccante la troco lontana dal piazzolla che amo da sempre ...
è stato comunque un piacere confrontarmi con questo splendido scritto
Cristiana

il 13/01/2004 alle 00:02

Grazie, Marco. :-)
Bye bye
Andrea

il 13/01/2004 alle 11:10

Non so se hai mai ascoltato niente di Piazzolla. Interpreta l'anima del Tango, quella profonda, carnale e struggente.
Grazie Dindolina.
Un bacione
Andrea

il 13/01/2004 alle 11:16

Forse, Cristiana, è nato un equivoco sulle ultime immagini della poesia. Il 'vento insipiente' e 'ballar d'un demente' non sono affatto associate alla musica di Piazzola. Anzi, il contrario! E' proprio la sua musica così energica, coraggiosa nel suo grido di inquietitudine che si oppongono all'assurdità di questo mondo, al suo dolore privo di controllo, in balia del Caso. Un mondo che spesso pare davvero il 'ballar d'un demente' !
Grazie per gli spunti di discussione.
Andrea

il 13/01/2004 alle 11:26

Si, hai ragione. E' un tema che mi sta particolarmente a cuore. Daltronde gli atei sono dei poveri matti che nelle notti di inverno gettano via le coperte solo per sentire se l'aria è veramente cos' fredda...
Salutoni a te
Andrea

il 13/01/2004 alle 11:31