Dove coltivano gli uomini la fame.
A più passi di quanti chiedi,
lì, tra la punta estrema di questo eterno
e la fontana asciutta dell’esatto centro.

Dove gli uomini sanno cos’è paura.
Davanti avrai te stessa e altre mani,
intreccio disinvolto quello,
inaspettata natura in voci tremende.

Angeli del nulla, angeli!
Voi cerco, voi spargono su me queste gocce,
lieve incontro dei miei sogni
e dei miei sogni più belli.

Lì aspettami, alzata, ma senza occhi.
Potrà accadere che io sia altro da me.
Potrà levare su me la falce la signora,
ma niente ti sarà noto, niente se non
questo
profumo di fiori appassiti,
unico assaggio del nostro futuro.