Del cuore non son più padrone,
Lui canta,
ancor determinato,
lontane speranze
ch'accavallandosi
si mordono
...e nel nulla
si perdono
Così la mente
ora ingarbugliata
a mezzasta fra luna violacea
e mare di viola spumante
della decisione è ignara:
solo
i dolci ricordi
demolisce,
e con folle cadenza
il cuore
di gelo
riempie
Dall'oscuro baratro
del sognato
una voce urla:
BASTA!
Ma indifesa e solitaria
come cane morente
sul ciglio asfalto,
a ripeter è condannata
nello scorrer del tempo
fino a che
fiamma bagnata
di cera inonderà
il suo fragile corpo
fra mille rivoli
tumefatti:
il fanciullino è in agonia
dell'uva amara s'è nutrito,
Aiuto!
Che l'saper Amare
fugga
dalle mie tempie!
Che l'viverbene
s'impossessi
del mio corpo!
Che l'poeta
torni ad esser uomo!
Nella beata ignoranza
Vivere bramo,
ma stelle
indifferenti
seminano
sofferenza
sulla via