PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/12/2003
Lo vedo arrivare tutti i giorni
Qui in questa casa di cura.
Lo portano con la macchina
Perché si deve curare.
Di solito ha un'aria distratta.
Non l'ho mai visto sorridere.
A volte finge di interessarsi a me.
In realtà sono ben altre le cose
Che attirano la sua attenzione.
Come le gambe dell'infermiera.
Oppure quello strano giocattolo
Con cui parla interrottamente per ore.
Secondo me se lo porta anche a letto.
Mi fa sempre strane domande
A cui io cerco di rispondere con cortesia.
Vuole sempre fare dei disegni
E io cerco di accontentarlo.
Non vorrei mai farlo arrabbiare.
Quando è molto agitato urla per i corridoi.
Allora tutti gli corrono incontro
Cercano di calmarlo con le buone.
A volte devono portarlo via.
A volte fa lunghe sedute
Con altri vestiti come lui.
Discute ore e ore di cose inutili
E vuole avere sempre ragione.
Non si accontenta mai di quello che ha.
Aveva una famiglia ma l'ha persa.
Non era mai a casa per colpa
Della malattia che lo teneva all'istituto.
Lo vedo sempre con lo stesso vestito.
Lungo e bianco.
Triste.
Lo chiamano camice.
E quando parlano con lui
Lo chiamano "dottore".
Secondo me è molto malato.
Io che vivo qui da tanti anni
Lo so.
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mi piace questo modo discorsivo di scrivere...sembrano favole, storielle da ascoltare senza perdere tempo a rifletterci su.....questa è triste è l'espressione di un mondo che spesso ignoriamo...ma che c'è.....e che purtroppo potrebbe coinvolgere chiunque anche noi.....
ciao
Mary

il 30/12/2003 alle 09:03