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Pubblicata il 29/12/2003
cerulei turbinii di luce
si infrangono tra i marmi
viene riflessa e distorta la luce
proiettata in ogni parte
incrocia il mio corpo e sfugge via
l'eco delle parole mute
echeggia tra il marmoreo candore
ascoltato dalle mie sorde orecchie
scivolano i miei occhi
a scansire tutta la superficie
liscia e a macchie
come la pelle
di un bambino anziano
quante volte mi sono rannicchiato lì
ad essere carezzato
e tutto fuori aveva un aspetto diverso
la mia pelle ricorda ogni istante
ed i miei pianti per lei
non sono mai finiti
so che ogni volta che le parlo
lei è lì
tiene la mia testa
sulle sue gambe
e mi carezza il viso
parlando
e sorridendo



a mia nonna...
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Bellissima e struggente, di una dolcezza infinita che penetra dritta al cuore e stempera l'alone di tristezza che però si fa via via più intensa negli ultimi versi...
fa scendere una lacrima
un caro saluto
Eros

il 29/12/2003 alle 15:34

Grazie Eros, bellissimo il tuo commento.
Sono davvero felice di aver suscitato qualcosa in te... sono molto contento che t'abbia trasmesso qualche emozione.


grazie, Francesco

il 29/12/2003 alle 15:51

Si, fa scendere una lacrima, che scaturisce dall'intensità delle tue parole, delle tue emozioni, del tuo meraviglioso affetto, del tuo immenso e dolcissimo cuore...
Ti abbraccio amico mio, forte forte
Ema

il 30/12/2003 alle 00:27

...un'esperienza mai fatta Francesco, al mio apparire, tutti avevano intrapreso l'estremo viaggio

Ciao
L.

il 30/12/2003 alle 01:27

grazie ema...
grazie delle tue parole...

Francesco

il 30/12/2003 alle 08:10

bhe, Luigi... per provare affetti del genere non deve necessariamente essere un nonno o una nonna...

Francesco

il 30/12/2003 alle 08:14