la tua figura, flessuosa e agile
su scalzi piedi in allungo corre,
s’inarca, stende.
Volteggi bilanciando il passo,
il braccio arcuando e su due
piedi un balzo, un cerchio, un balzo,
un altro ancora: srotola il velo
che dal fulmineo collo stacchi,
agonizzante atterra.
Come può l’armonia di una danza
innescare ritmi veementi,
d’una forza attorno al centro,
che in te, in me, ambi i sensi,
disarcionante espelle.