PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/12/2003
Attonito vago nel limbo di vane certezze,
rapito dall’inquieto lento proseguo della non luce. Condannato alla cecità dei sentimenti,
ascolto il suo spirito errante nei meandri di un oblio circoscritto.
Come un ciocco morso dalle fiamme,
ardo nel convivio di anime rosa; al contempo un esile soffio si sprigiona mentre sopravvivo al torbido di materiali realtà.
Sono una tela bianca su cui la flemma della sera pittura la sua dimensione di profondi pensieri e candide favole.
Sono una diga eretta da ingenue paure che si sgretola sotto la forza dirompente di impetuosi pianti urlati nel silenzio dell’assordante indifferenza.
Tu, luce, genesi di mistiche preghiere, alchimia delle tenebre e del magico rossore.
Tu tramonto estivo catturi nell’orizzonte ogni essenza e con esse tormentate grida.
Ancor prima di avvertirla, la sua solitudine è già una con la mia;
è la lama tagliente di un disperato sogno;
trafigge implacabile il fulcro di commiserevoli amori assopiti dal freddo abbraccio d’amari pensieri.
Oltre il gelido di ingannevoli illusioni, una voce si staglia dall'ipnotico silenzio; è brezza serale, è una piuma che dal fluttuante infinito esplora soavemente emozioni.
E’ il flebile grido di un intimo respiro che si eleva fiero, colmo di anelata e sospirata emozione.
Avvolto dall’ombra, mentre la mia anima palpitante danza col pulsare della calda luce che accarezza le più recondite profondità del mio intimismo, si sprigiona la volontà di evasione del folgorante emozionale represso e combattuto.
Spinta dall’insostenibile essere, come un soffio di vento, si materializza nelle viscere dell’etereo ancestrale di un utopico amore.
Droga che ammalia e avvince i cuori, offusca e stordisce le menti.
Costringe le vene e scalda il mio sangue, trascinandolo vorticosamente in una folle corsa, accerchiando il mio spirito, stordito e confuso, sino ad esplodere in fibrillante emozione.
Un nascituro che con ingenua forza si affaccia nella fioca luce sino a portarla al suo massimo splendore, tanto da illuminare anche gli occhi di passate delusioni.
Là, oltre le vette del sentimento, carpisco il senso della vita, il sunto di mille sofferenze.
Luce fuori ed ombra dentro. Questo sono, se i fantasmi di remote esperienze, continueranno a freddare il mio spirito col proporsi di presenti conoscenze.
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Scrivi bene Claudio, molto bene. Questa però non la vedo tanto come una poesia qunato come una prosa, bella ricca di emozioni.

Se mi permetti ti consiglierei, per le volte a venire, di curare un po' di più la grafica, in quanto scritto tutto così vicino è di intrecata lettura.

Ottimi gli spunti che compongono questo tuo scritto, per ognuno di essi si potrebbe svillupparli in singole poesie.

Ti auguro buone beste

Ciao

Dario

il 24/12/2003 alle 16:10

Si Dario è una prosa; ho voluto provare ad inserirla comumque.

Grazie infinite per i consigli; provvederò ad impostare una grafica che consenta una lettura più snella.
Grazie ancora e buone feste!

il 25/12/2003 alle 09:16