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Pubblicata il 19/12/2003
Non credo più in niente
perchè sono vecchio
e i molti millenni
m' han reso indolente
di fronte alla Storia
che avanza impotente
Quel Gran Carrozzone
dai venti sospinto
su strada imponente
non vede confini
nel folle suo scuotere
il grave fardello.
E noi passeggeri
o bestie da soma
non siamo che parte
del viaggio infinito
Son stato romano
etrusco ancor prima
Ho sangue ostrogoto
e ancor longobardo
Dei Franchi ho l'ardire
dei Reges Criniti
e in Pisa repubblica
i mari ho solcato
fin quando Firenze
d'arbitrio mi prese
che parte d'Italia
al fine s'arrese
Adesso son stanco
adesso non piango
D'emblemi ed idee
ghignante sorrido
Pertanto se Storia
è macchina d'uomini
io forse son solo
corroso ingranaggio
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E' un bel percorso nel "DNA" storico, che penso accomuni molti italiani...siamo un curioso ingranaggio, un risultato e un inizio in continuo moto, spesso indipendente dal nostro credo o volere. Piu' che lecito sentirsi un po' stanchi, osservarsi a distanza come corrosi ingranaggi.

il ritmo di questa tua poesia e' molto gradevole e segue il passo, credo, di un voluto distacco.

ciao,

S.

il 19/12/2003 alle 17:18

Grazie, noanoa. Sensazioni e concetto di fondo ben recepiti da parte tua. Del resto l'ingenuità di certi popoli, quello americano ad esempio, si spiegano a mio avviso con la loro "giovane età".
Ciao
Andrea

il 19/12/2003 alle 17:28

No..non ci credo Lamberto...del resto io "non credo più in niente". Io sospetto che il nostro tempo si snodi semplicemente fra gli anni che scorrono veloci e poi semplicemente finisca tutto..
Felice delle tempeste...ormonali o meno.. ;-)
Un abbraccio e...se un ci si sente più ti di'o bone feste, romanaccio! ;-)))
Andrea

il 20/12/2003 alle 16:59