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Utente eliminato
Pubblicata il 12/12/2003

La pioggia cade
talmente
lievemente
che non la puoi sentire.
La notte è
maledettamente
cupa.
Una stanza
crudelmente
vuota.
Una rosa appassita
e una voce muta.
Una musica sorda ha
angosciosamente
smesso di suonare,
perché la festa è finita.
La solitudine brucia,
ti attanaglia,
ti paralizza.

E tu non puoi.
Non puoi.
Non puoi fuggire.
E non puoi.
Non puoi.
Non puoi gridare.
Aiuto.

Ma ora apri gli occhi:
era semplicemente
un incubo.

Riuscirai a dimenticarlo?
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Bella per come descrive uno dei peggiori incubi, la solitudine, che ti schiaccia anche una volta sveglio ("riuscirai a dimenticarlo?"...) però, non per fare il cattivo, ma forse è un po' troppo prosastico il tuo modo di scrivere... dovresti forse cercare più ritmo nei versi, scombinare un po' l'ordine delle parole e dei pensieri e sensazioni che conseguentemente generano...
un saluto
riff

il 13/12/2003 alle 01:14