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Pubblicata il 12/12/2003
Ruwenzori

Questa mattina, strada diversa da quella solita
da una parte la brughiera brianzola, fitta e viottoli sterrati
dall'altra campi più o meno coltivati e case e capannoni e ciminiere
e fabbriche e pennacchi di fumo che non promettono nulla di buono, mai.
Vapori di nebbia appena accennata e nuvole sottili
basse e sfilacciate da un leggero vento impercettibile
sullo sfondo ad est ecco che compare di imperio il Sole
uno di quelli che certo in africa alle falde de ruwenzori, si vede spesso.
Immenso e rosso come dice Prevert
immenso rosso e degradante in un viola blu e pulsante di luce e calore
rende accettabili anche le scie dei jet della Malpensa
anche il serpentone di auto della tangenziale vicino,
adorna gli alberi spogli dall'inverno e dalle esalazioni delle industrie
pare specchiarsi nei campi seminati ordinatamente a righe
da agricoltori tecnologici che sembra usino il righello per farlo,
e quei teneri germogli di grano alti appena qualche centimetro
che la brina ha glassato in una rugiada acida
c'e' da augurarsi che almeno siano transgenici
ma solo per difendersi dalla patina di ossidodi benzil cianidrile che li aggredisce
il sole immenso e rosso e ormai completamente spoglio da ostacoli alla vista
pulsa e acceca e mi mostra, crudele tragedia
che il mio parabrezza grida una trasparenza solo putativa.
Di lato colonnati di vapori e brandelli di cirri bassi e anemici
Adornati di un rosa e vivido che inghiotte tutto
case e cose croste di periferia imbalsamata da strade e sottopasso pedonali
i lampioni al cospetto dei raggi dardeggianti scompaiono e si spengono
più per vergogna che per comando temporizzato di una avveduta giunta di centrodestra,
il semaforo diventa verde e l'astro vivifico
deve cedere il passo alla fretta quotidiana
di uno che con l'auricolare conficcato nel cervello
sta dicendo all'etere che non se ne può più di questi incapaci che non hanno nulla da fare e fanno perdere l'onda lunga del diritto di precedenza.
Bello il sole e la terra che se ne scalda
e la brina che lo teme, mollo la frizione tiro su il finestrino
e abbasso il parasole, alla radio ci sono i Doors che cantano “This is the end"
(Apocalipse now, ma l'odore è del catalizzatore delle marmitte non di napalm la mattina ....)
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Mi fa piacere che ti sia soffermata su questi versi,
che di esotico hanno solo il richiamo Africano
e i sogni che stano dietro i finestrini della mai auto.
Ciao
Sergio

il 18/12/2003 alle 08:22