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Pubblicata il 11/12/2003
Tra il vano,
il sottoscala
e l'appartamento
un capestro di fune rancida
come addormentato attende
il collo grinzoso di chi aspetta
l'adattarsi dei futuri momenti
per giungere alla conclusione
tra scale che scendono
scale che salgono
valicando i rimpianti
che mai trattengono
un solo passaggio di natura
o d' umano calpestio,
anche se di fretta,
col fiatone e le braccia
che cadono, cadono
giù verso un ossuto
vortice di vociare familiare
prima dell'idea
di dar fuoco al fuoco.

All'uomo che di sè
nasconde tutto quanto
in primo luogo allo specchio
poi al cuore
infine all'anima.
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in questa tua profonda poesia..c'e' la chiusa che mi lascia perplessa, spesso l'uomo non vuole nascondere..semplicemente non vede..

cia'
Luna

il 11/12/2003 alle 18:18

Non vedere è come nascondersi. Ci si nasconde perchè non si vede.
A toi
Francesco

il 11/12/2003 alle 22:45

E se ti rispondessi affermando che non sono riuscito, nemmeno io, a capire quello che ho scritto ?
Ultimamente vado d'impulso, come a dire che vado di corpo regolarmente e senza portarmi il giornale al cesso.
Un abbraccione a te
Francesco

il 12/12/2003 alle 01:44

un paradosso?

il 12/12/2003 alle 16:53