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Pubblicata il 10/12/2003
Ci vediamo domani a mezzogiorno sulla scogliera!
E io andai con animo lieve predisposto all’idillio.
Attraversai il ligneo pontile,
Tra bianche urla di un mare folle
Sulla scogliera il maestrale piegava
I pini, stagliati contro un cielo greve e plumbeo
Il mare sferzava aliti d’orrore salso su massi lucidi
E urlava destini d’erebo e gli faceva eco il cielo
Mezzogiorno notturno e oscuro, poi l’una e le due e
Io attendevo aggrappato al pino, con le tomaie umide
E brividi d’orrore.
Un’onda concava salì, spaventoso e ciclopico,
Il suo bianco dorso pareva Moby Dick
Mi prese mi ghermì, m’inglobò nel suo
Molle antro oscuro e divenne
Sepolcro.
E io ora sono cresta ondosa e sferzo il pontile
E sferzo il pino e lo scoglio lucido
Con bianche urla di un mare folle.


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Mi è piaciuta questa tua poesia tempestosa e ora Camomillo è cresta ondosa!
Ciao Carmen

il 11/12/2003 alle 09:28

Stupenda simbiosi con la natura... una morte che dà origine ad una nuova vita, più che una morte in effetti è una metamorfosi nel continuo divenire della natura...
Bellissima descrizione di un panorama marino agitato dal possente maestrale, splendidamente evocativa.
Ciao Camo, quando passerò su una scogliera in un giorno di burrasca non mancherò di mandarti un saluto...
Eros

il 20/12/2003 alle 18:31

Grazie, sono contento che tia sia iaciuta.
ciao

il 21/12/2003 alle 16:15

Si, si, sono onda del mare!
Ciao

il 21/12/2003 alle 16:16

Commuovente il tuo commento. In effetti Camo è creatura metamorfica.
Ciao

il 21/12/2003 alle 16:17