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Utente eliminato
Pubblicata il 04/12/2003
I sogni si avveravano,
finalmente:
grande l'anima
della nazione,
grande il futuro
e noi immensi...
Con scarponi chiodati
calpestavamo
i suoli stranieri
in onore del nostro
suolo sacro, grande.
Sogno,
eravamo nel sogno,
e nessuna importanza
avevano i dolori
fuori dalla nostra porta;
Sangue sacrificale
era indispensabile
perché gli dei
benedicessero
la nostra bandiera
il nostro onore,
il valore nostro..
Grandi!
eravamo grandi..
IMMENSI!
Ma l'Isola dei Morti
attendeva paziente
noi e il nostro
"Padre Terra".

Per Jürgen

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ciò che allora era lecito oggi è non accettabile ... sic transit caput mundi
un bacio

il 04/12/2003 alle 14:44

... allora temo di non aver capito ... :-(
sorry

il 04/12/2003 alle 16:43

E' un po' criptica, questa tua lirica e questa volta non sono sicuro di averla ben capita ( forse un richiamo contro la guerra, quella fatta non dai generali, ma dai bravi soldati che, alla fine, ci rimettono sempre la vita ? ).
In ogni caso mi è piaciuta molto per lo stile controllato e pieno di misura dei tuoi versi. Bacione grande a te.
Michele

il 04/12/2003 alle 17:10

io non so chi sia Jurgen, ma la lettura della poesia porta oltre il nostro confine i ricordi dei soldati di un tempo che combattevano sotto la bandiera di un paese che cercava grandezza. Ci si potrebbe starci delle ore, ma faremmo un torto a quel soldato,penso.
Un abbraccio
Cesare

il 04/12/2003 alle 20:20