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Pubblicata il 03/12/2003
griderò la mia voce
dentro una conchiglia
imprigionando per sempre
l'urlo di un attimo.

a mani nude
costruirò uno scrigno dorato
e un occhio di tigre
come stemma vi affiggerò.

la conchiglia
starà placida sul letto vellutato
dello scrigno....

....e ogni volta che sarò debole
ascolterò la mia voce
dall'autoparlante marino
e mi sentirò forte come il mare
che sempre in una conchiglia risuona.
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Bella questa tua poesia e fantastico quell'alto/autoparlante marino
Ciao, Carmen

il 04/12/2003 alle 09:24