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Utente eliminato
Pubblicata il 02/12/2003
Pioggia tiepida calda
nei barattoli di crema
(intarsiati di piombo e sassi neri)
da cui bevevo succhiavo
scelte e vari talismani
mentre marika - ho sempre odiato
la kappa del suo nome -
idrofoba per colpa tua, ammettilo,
sbatteva la porta
e portava i suoi occhi a piangere o,
se vuoi,
a maledirti sotto il ficus
(beniamino, senza fantasia, lo chiamavamo)
sopra sotto quelle radici
e livide e contorte e quaresimali
che parlavano francese
come e meglio di louis,
straccione del marciapiede di fronte,
e - dicevano - uxoricida,
uxoricida e mousse-dipendente
(che poi lei, la moglie,
la faceva benissimo, la mousse -
vai a capire il perchè
delle sue mani a piccoli grandi pezzi
buttate fuori dalla finestra,
quella con i gerani sul davanzale e
senza neanche una tenda)
e avrei voluto localizzarlo
- e bene -
il punto di non ritorno
di ciascuno di noi,
per poter urlare ancora
e di più
e meglio
e ancora
il dolore spastico
disciplinatamente iniettato
da chissacchì
in ciascuna -singola- vena
nostra


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