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Utente eliminato
Pubblicata il 01/12/2003
Antichi lumi
di filosofie sfiorite
definivano tale
l’immaginazione poetica:
come forza eterna
che alimentava concupiscenza
e nell’oblio del peccato
vagheggiava insulsa
tale disposizione
d’animo umano.
Chi prescindeva da tali illusioni
scovava nell’arte
un focolaio
di pure d’infezioni.
Pensatori erranti
e poeti lungimiranti
si sono immersi
nell’esperienza estetica
sezionando il senso
dell’indefinibile manifesto
in algoritmi e matrici
racchiusi in versi ciechi,
fino a disancorare
dalla teoretica iniziale
e da contorte leggi morali
la contemplazione unica
del bello in sé,
elevando il concetto
a validità universale:
frutto colto
da forme sensibili
che intuiscono la realtà
andando oltre l’immago superficiale
dell’ imitazione del reale.
Virtù globale
svelata dall’arte
solo a soggetti eletti
che a quest’altare meraviglioso
sono destinati ad operare!
Fisicità interpretata
dall’attività ammaliata dello spirito
…funzione del percepire artistico
particolare…
Qualcuno scrisse:
vano è studiar la logica dell’immaginazione!
Universale sarà la comunicazione
poiché colta dall’ esteta
l’essenza d’ogni cosa
come verità si pone il senso
in un processo d’oggettivazione.
Pertanto l’uomo non eletto
o l’esordiente negletto
rilegato e costretto
è incapace a coglier
la saggezza santa
delle proporzioni armoniose
elargita dall’estetica
e carpita dall’anima pia?

Permettetemi signori
- nel rispetto delle definizioni -
il piccolo mio cuore
ha voglia di sussurrare
un messaggio personale.
La bellezza come totalità universale
non confà al mio spirito liberale.
L’artista protagonista
d’un opera o commento
è speciale in quanto
il suo percorso
in quel momento
è unico ma diverso
dal suo collega o dal fratello
che pur possiede
la logica del senso!
Più occhi ad osservare
con palpitazioni al core
un bene donato dal creato
o da misteriosa mano
fa onore di certo
a quegli animi che attivano
la percettività naturale,
artisti o solo protagonisti
di attimi senza ritorno
slegando ogni commento
dalla trappola di leggi
cessando alquanto
la logica metodica
dell’immaginazione
e vivendo l’arte
coi sensi accesi,
IN ESTASI,
e in balia
della contemplazione pura
dell’arte nuda.
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