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Pubblicata il 30/11/2003
Un fiore spuntato fra impervie lande
che sfida le rocce e l’arida rena
cresce e prorompe in un core sì grande
da farsi notar a’ valle più amena.

Un picciol astro, di tal fanciullezza
nato e forgiato in materia sì casta
ché pur si distingue in sua brillantezza
e tutt’i fuochi d’un lampo sovrasta.

Sceso dal cielo qual vivida fiamma
acceca gli occhi, purifica ‘l guardo
e in tepido Lete lava ‘l mio cuore:

divina natura, soave gemma
scorge ora il mio viso, ‘l mio passo tardo
risveglia, e ‘l mio petto colma d’amore.
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Bella poesia che sembra appartenere a un peta d'altri tempi!
ciao e ad maiora!

il 01/12/2003 alle 11:24

dolcissimo andamento ottocentesco colmo di spume chiare e delicate...
adio, genovese
hehehehehe
LUna

il 01/12/2003 alle 12:44

Il "linguaggio d'altri tempi" lo conosco solo attraverso lo studio scolastico, ma non ho resistito a sperimentare anche qualche sonetto... il risultato non so se sia pienamente corretto rispetto ai canni classici, comunque mi fa molto piacere che apprezzi...
un beso
riff

il 04/12/2003 alle 20:26

Acci se sei testarda... occhè si vede che sei pisana :-)
Grazie del bell'apprezzamento
saludos e un beso
riff

il 04/12/2003 alle 20:27