ovunque è il mare
alle terre che respirano
il cielo intorno
ma solo qui
i monti
galleggiano il golfo
della vita grandi labbra
vieni giù s'ode
al telefono
un smodato cellulare motorola
e io
jolli in panchina
con il peso su quelle spalle
che più non ho
faccio fagotto d'emozioni
e sentimenti
me lo carico sul sedile posteriore
e
mi metto in moto
girando in senso orario
la chiave di un'auto cecoslovacca
salgo il passo di chiunzi
e
a mattinata inoltrata
il sole penetro
al mio discorso in ombra
e
l'invito declino
dalla gentile signore
d'occi dolci
bella ancora
e d'anni fa amica
non ho nulla da offrire
mi spiace
manco le spine della rosa
in caso le piacesse soffrire
si fa sera
riscendendo su castellamare
mi appoggio sopra il firmamento
di formiche luccicanti
l'inferno è laggiù
nell'impasto di fogne
e pantegane sentimentali
chissà il paradiso
e
d'improvviso
attimo volato in tangenziale
borderline roma
appunto vado per la tangente
che non era serata
la mia stavolta telefonata
poi la notte a zero gradi
strada ghiacciata a tratti
il bollettino d'onda verde
ma ho messo le gomme termiche
al ventricolo sinistro del cuore
che l'altro quello destro
pulsa bene per conto suo
così non sbando
a pena un po'
mi sembra forse
scodo
ma rimane in corsia
la mia pelle cartastraccia
.
.
.
.
mum dance
allo slargo del vesuvio
le cosce animando
di perle aggioiata melagrana
e sensa titolo rossante
oblique sulla bocca
al volgere
dell'amoroso sguardo
in gola
il fieno ruminato
a la serra dei sensi
i tuoi seni
di latte versato
il golfo di napoli dal passo di chiunzi
sabato 30 novembre 2003