Se t’implorassi
di cingerla forte
come fanno gli amanti,
e premere
labbra di rose
ardenti d’ afroditea passione,
gli spini toglieresti?
O vinto dall’orrore
d’un amore senza colore
fuggiresti, ubriaco,
dal sentore tuo del fato?
Risposta mai data.
Oh, senno inebriato
dal dolce profumo d’un vino santo,
corposo e profumato di rosso
ma ambiguo nel senso,
gelido ardi
solo per te stesso
e mai sobrio
rimani sommesso
dal canto d’ amore,
eco impetuoso
da te sfiorito!
Oh, abbandonata bocca di rose
stupita dal rubineo sangre
che sgorga tremendo
dal tenue lamento
gemi ora
e d’innocenti boccioli
avverti ancora
impellente il bisogno prorompente…
Oh, piccola sfida di vita
arrenditi a lei
e spoglia di pruni
un tenero cuore
racchiuso nel baratro suo artificiale,
e tingi le gote pallide e sole
d’un viso bagnato
annegato nel ricordo d’un triste esodo,
frutto d’ un confronto
mai sorto.