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Pubblicata il 29/11/2003
dove avranno messo lo scalpo
di questa terra condotta a miseria
le luminarie a festa per la conquista
nottambuli frastuoni, iraconde voci
e dove avranno sistemato il cadavere
prima del riconoscimento dolorante
corpo d'insensata violenza, smesso
ricomposto come viene, senza intenzione
ora se ne stanno nel cortile del banchetto
vestiti a nuovo, senza tentennamenti
ridendo falciano orizzonti e siepi d'alloro
come fossero illimitati giocolieri
e noi, noi che restiamo a sopportare
l'iniqua determinazione del potere
l'offesa, l'inganno, l'incivile gesto
di non darci nemmeno spiegazione
noi uomini d'asfalto, numeri in nero
birilli sbocciati come fiori nel deserto
attardati cittadini
mucillagine incresciuta, estirpata pianta
dolenti incitiamo, silenti al primo sguardo
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