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Utente eliminato
Pubblicata il 28/11/2003
Perigli avversi
non distoglieano l’intenzioni ardite
d’un cavalier credente
nell’armi sue, sante.
Giovane coraggio,
unto d’olio
esalante e profumato
liquido sacro
donato
da olivi frondosi e succosi
del giardino olimpico dei numi,
solitario ei percorrea la via
rincorrendo affannoso il proprio miraggio.
La lancia intarsiata d’avorio prezioso
e d’argentee frange riccamente ornata
era il suo braccio,
robusto come sasso.
Creatura accorta
non temea
la porta dell’Ade
e spavaldo mirava
ogni mattino,
il carro dorato d’Aurora
trasportato da Faètonte e Lampo,
cavalli arguti
che la luce infondevano
nell’azzurro mare dell’oblio
nebuloso e temuto.
Sotto la tunica sporca,
a brandelli resa,
e di lotte e sangue intrisa
la sua cintura raccogliea sicura
la spada bronzea
che ancor risplendea al fianco suo, sincera.
Nel fodero riposta
ella gloriosa vigilava senza sosta
il luminoso battagliero
sul suo bianco destriero.
Ei non temeva
la porta dell’Ade
e con lo sguardo sfidava quel luogo nero
di anime straziate
dal foco ingrato
orma del pentimento affranto.
Seminava onore il trotto
dell’errante creatura
che rimembrava trafitto
da un tempo passato
quando avea indossato
sandali belli
e l’asta d’oro
col core ritto in petto
avea impugnato.
Ma ancora piedi robusti
afflitti da laceranti spine
sorreggeano lo spirito nobile,
e cento spade avverse
le ginocchia sue
ancor non avevano sciolte.
Al percorso suo
le fatiche d’Ercole avea dedicato
ei conteso e fedele al suo progetto,
l’unico, e non per difetto.
Cavalcava con la spada sguainata
e unito ad essa
come fratello ad un simposio
sfidava intemperie
e calamità tonanti
offerte dal misero fato.
Ma il cavalier focoso
non temeva
la porta dell’Ade.
Altro cammino,
sentier valoroso
non di meno faticoso,
sorgeva innanzi.
Ma lungi ei mirava,
e mai sostava.
L’amore non avea tempo
per il suo volto segnato
e lui chinava il capo
dinnanzi al seno offeso d’Afrodite
che aurea gli offriva il suo avvenire
non nascondendo il proprio tormento.
Ma il cavalier focoso
non temeva
la porta dell’Ade.
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