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Utente eliminato
Pubblicata il 26/11/2003
Dalla caverna umida
fumo pece
e ardenti fiamme gialle
trapelavano a tratti
come singhiozzi tumefatti.
Le zanne ringhiose
spalancate all’oblio
gemevano senza giudizio…
Occhi scarlatti,
tetre lucciole
nei fossi oculari
del mostro,
vigliacco e nascosto,
tormentavano la quiete
della dolce principessa…
La spiavano,
come ombra fissa!
Codardo e timoroso
non si fece vedere
l’errabondo dragone,
indurito dal fato suo, grigio,
sapeva che mai
poteva sfidare
una donna tanto regale.
Sicché la canuta fiera
tentò una strategia da strega:
da quella lugubre dimora
la sua sanguigna compagna
sferrò contro l’innocente
dal crine ricco ma dal sangue rovente.
Donna e serpe
la piccola nobildonna vide:
e avvinghiata da tentacoli
agghiaccianti e squamosi
sentì sollevare
il corpo leggiadro
dalla forza bruta
della terribile bestia muta!
Folate di veleno insane
annebbiarono la vista
della moribonda matrona,
ferita al ventre
da quel cane serpente!
Però la dama sfortunata
riprese i sensi
e tolta la lunga veste
annodò l’obi del guerriero
e sfoderò la spada
urlando il grido del condottiero!
E fu così che domò la biscia
e da regina
riconquistò non solo il potere
ma il trono e la quiete.


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