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Pubblicata il 26/11/2003
Un paio di zoccoli di legno che furono pret à porter
Piccoli e precari per il suo piede
Calze spesse,colorate, tirate su alla bellemeglio
Tante gonne sovrapposte sui suoi fianchi hanno pieghe immobili
Un panno annodato sulla schiena porta un cuccio d’uomo
Che ancora non sa ma già paga l’essere lui stesso un Rom,
figlio di una Romia, In un mando di gagi.
Dietro, di un passo lei segue il suo uomo Rom
Di lato le macchine incolonnate non possono correre via
Qualcuno blocca le porte, altri alzano i vetri a difesa
Con l’indice pronto a sparargli “No”, a ripetizione, in faccia
L’uomo Rom lui, lui è dinnanzi, ad un passo distante da lei e da tutto
Lo sguardo rapace che mai si posa ma ritaglia le cose dal loro profilo
Con occhi selvatici, fessure di ardesia nera affilata,
Frange per lei l’aria la trascina e la risucchia nella sua ombra
abbassando leggermente lo sguardo per percepirla lì ad un passo
Con suo figlio, uno dei suoi unici figli
in un cammino che dura da secoli e per secoli
E si districa tra guardrail e tundre periferiche
Di città da sopravivere.
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Questa tua ha i tratti di una prosa poetica, manifesta tutta la tua sensibilità per un problema che sarebbe giusto dibattere a lungo e avrebbe bisogno di un processo di decisioni politiche per ridare a questa gente un nuovo cammino che assecondi la loro natura nomade.
l'argomento è comunque reso molto bene, soprattutto nella parte finale, anche se lascia poco spazio alla speranza, ma forse, tu sei più di me attaccato alla realtà.

ti bacio col mio fardello di pensieri andando...
Kat

il 26/11/2003 alle 17:30

Kat
mi fa piacere sentire che le immagini che ho tentato di fermare con il tratteggio delle parole sono andate a toccare zone di coscienza scoperte e sensibili. Una polaroid come questa vuole essere
non riesce che ad essere realista e povera di paricolari, ma la speranza non ne viene sminuita.
Ciao
Sergio

il 28/11/2003 alle 09:18

Cercando i termini con cui i Rom ci chiamano e chiamano il nostro mondo, mi sono imbattuto in un universo così articolato da farmi capire quanto poco sappiamo di loro..
Grazie Ale!
Sergio

il 28/11/2003 alle 09:23