Uscendo dall' IO si trova l'altro, si trova DIO, un Dio perduto, ricacciato indietro come la voce che urla e cerca di comprendere quel che accade tra le follie degli altri...
Non essere la stessa follia, soffrire la "diversità" nell'essere sensibili senza uniformarsi a quel mondo che non si comprende, non sempre, ci fa da specchio...eppure esiste un " te " che sappia accogliere e dare senso ad ogni dolore...
No, non si è soli se si riesce a non farci cambiare dalle altrui follie, se si ascolta in proprio cammino sensibile e si è poi capaci di trovare - tra tanti - il fiore prezioso che dia profumo alla nostra vita.
Ti abbraccio
Poe
Il senso di questa mia lirica è di non farsi conivolgere dalla follia del mondo e delle persone e degli avvenimenti quali guerre, terrorismo, indifferenza per ritrovare quel Dio che si era perduto... senza lasciarsi coinvolgere dalla follia degli altri. E' anche ritovare e dare un senso a questa mia diversità e per dare un senso a questa mia esistenza. Per questo nei primi versi mi interrogo sulla vita, anche se so che siamo solo dei fragili essere (pieni di contraddizioni) di passaggio... è il ritrovare un "me stesso" che dia senso alla mia vita che nessuna certezza mi dà.
Un saluto e un abraccio,
MATTEO
(Mat81)