Cosa rimane
di tante tempeste,
nell'animo mio
Damocle impaziente?
Forse quel vento
che scarnifica i volti,
forse la sabbia
negli occhi,
forse solo rintocchi
di campana.
E al di della festa
ci recheremo alla messa.
Il nostro Dio pregheremo,
per i campi da arare
e il raccolto.
Che Demetra e Cibele
diano grano fecondo.
Questa per l'uomo
la vita.
La speranza e' in un porto
senza attracco ne' sponde.
Meglio forse salpare
verso un viaggio foriero,
e approdare in un sogno
che non ha niente di umano:
al cospetto del kaos,
Dio dell'ordine innato.