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Pubblicata il 30/12/2001
LA PIù BELLA STELLA

C'era una volta un giorno come tutti gli altri,o almeno così sembrava.
Nei miei polmoni penetrava sempre la solita aria,ma nel mio cuore e nella mia mente sentivo qualcosa che si muoveva e che mi fece chiudere gli occhi.
Erano la voce del cuore e quella della mente che stavano dialogando in una lingua da me sconosciuta.
Aprì gli occhi,e vidi un uomo davanti a me.
Era anziano,ma giovanissimo;barba bianca,ma capelli biondi.
Era seduto su una panchina,ed era vestito tutto di color azzurro.Mi fissò con quegli occhi altrettanto azzurri,e mi fece cenno di avvicinarmi.
Non appena il mio corpo fu a pochi centimetri dal suo,iniziai a tremare.Paura?No,era emozione.Mi fissò nuovamente,ed iniziò a parlare:
"Sono anni che la cerco,ma ormai ha cambiato abitazione.La pioggia è l'insieme delle lacrime che verso,per la sua assenza;le nuvole sono il risultato di momenti tristi,tuoni e lampi la conseguenza di attimi dolorosi.
Sto parlando di una stella,quella che brilla nel firmamento dei miei pensieri,ma che ormai posso solo guardare da lontano.Il Sole è il mio fratello più caro,che viene a trovarmi con un cannocchiale,per permettermi di vederla più da vicino.
Parlo di quella stella,l'unica che vive sulla Terra,che ogni tanto va a trovare il mare,ma non viene mai da me".
L'uomo iniziò a piangere,e una nuvola nera fece da tetto all'intera città.Poi il misterioso personaggio riprese a parlare:
"Nel suo Pianeta d'origine provocava solo l'invidia delle altre stelle;nessuna è bella come lei.Poi ho visitato il vostro mondo,ed ho capito che in mezzo alla falsità,ai pregiudizi,e al resto di cose orribili,una come lei è l'ideale.
Sono qui perchè mi hanno indicato la strada per trovarla;quella strada mi ha portato a te.Ti chiedo allora di non abbandonarla mai,e di non fare spegnere mai le luci che la rendono viva;le stesse luci che rendendola viva,rendono vivo chi ne conosce l'esistenza.
Ti affido questa stella e concludo questo monologo senza presentarmi.Lascio che il tuo cuore e la tua mente un giorno ti confessino chi sono".
D'improvviso una giornata d'inverno sembrò tramutarsi in un giorno d'estate;c'era il Sole e c'erano gli uccellini.L'uomo senza identità scomparve,ed io mi incamminai verso la strada senza meta.
Fra una striscia pedonale e un'altra,dissi a me stessa che il signore di pochi minuti prima,non poteva che chiamarsi "CIELO".
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