PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 18/11/2003
Nel gioco dell'esistere
illuminato da mille candele
ogni cosa al posto giusto
buono o cattivo
è come il destino

Forse la vita è il prestito
di tanti attimi di tempo
che giorno dopo giorno
riscattiamo al banco dei pegni

In fondo siamo solo
corpi lividi e malati
ombra di quel che rimane
dell'oblio conosciuto
sull'ultima spiaggia
dove volano gabbiani

Alla fine più nulla conta
nudo protoplasma stanco





(...puoi abbandonare
non veduto il mondo...)
J. Keats
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Carmen
La vita deve essere riscattata per distinguersi da una mera successione di attimi, e la moneta del riscatto non è univoca, e non si può mistificare.
In fondo il corpo malato può se vuole e se riesce
riposarsi al tepore dei sentimenti.
Questi tuoi versi sono una disincatata presa di coscienza della difficoltà di riconoscere e riconoscersi in valori, il protoplasma stanco, neppure lui è un fine, forse un mezzo una tariffa un pedaggio a sua volta...
Ciao Sergio

il 18/11/2003 alle 14:06

Una poesia concettuale, molto riuscita... forse davvero, quello che hai scritto, è il nostro destino... ricordo Gozzano che paragonò gli uomini a piccole formiche, rosse o nere. Complimenti davvero. Un caro saluto a te.
Michele

il 18/11/2003 alle 17:23

Alla fine i conti tornano e il prestito va saldato.
Un abbraccio fatalista
Cesare

il 18/11/2003 alle 20:20

forse siamo qualcosa di più ...
un abbraccio
yama

il 18/11/2003 alle 22:45

Una piccola riflessione sull'esistenza. Ma una cosa è certa
attimo dopo attimo , una vita intera si consuma.
Ti ringrazio per il commento che mi hai scritto e
ricambio i saluti
carmen

il 19/11/2003 alle 11:42

La mia era solo una piccola riflessione sull'esistenza. In quel susseguirsi di attimi una vita intera si consuma, a ciascuno scegliere come...E se fosse tutto già scritto.. avremmo ben poco da scegliere
Ti ringrazio per il commento e ti invio un saluto
Carmen

il 19/11/2003 alle 11:51

E intanto, attimo dopo attimo, il tempo si consuma inesorabilmente "fino all'ultima sillaba
del tempo prescritto" . Cerchiamo almeno di utilizzarlo nel modo migliore. Bacione a te

Carmen

il 19/11/2003 alle 12:00

Sto rileggendo Gozzano ma in questo momento non ricordo il titolo della poesia di cui parli . Mi piace abb. come poeta e mi sono ispirata alla sua Nemesi in un'altra mia poesia. Pensa che ne I colloqui dice "Solo, gelido, in disparte, sorrido e guardo vivere me stesso". Si sentiva vecchio a venticinque anni!
Ti ringrazio per il commento e ti invio il mio saluto
Carmen

il 19/11/2003 alle 12:16

Hai ragione bisogna imparare ad essere fatalisti, è come avere una corazza.
Ti ringrazio per il tuo commento. Un bacio anche a te
Carmen

il 19/11/2003 alle 12:21

Ineluttabilmente bisogna saldare il conto, però è meglio non sapere quando.
Ti ringrazio con un abbraccio superfatalista
Carmen

il 19/11/2003 alle 12:27

Ma alla fine dei conti siamo sicuramente un po' meno che povero protoplasma.
Ti ringrazio per le tue parole
un abbraccio
carmen

il 19/11/2003 alle 12:33

La poesia è, forse, la sua più celebre " La signorina Felicita, ovvero la felicità " e, nella mia edizione ( BUR ), tale definizione si trova ai vv. 191-192... un caro saluto a te.
Michele

il 19/11/2003 alle 16:33
Jul

Questo pensiero mi ha profondamente commossa e ti sono vicina nel concetto che hai espresso.
Un bacio,
Giulia

il 20/11/2003 alle 20:41

Cara Giulia, ti ringrazio per il tuo commento e ti invio un bacione per la tua sensibilità
Carmen

il 21/11/2003 alle 14:52