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Pubblicata il 16/11/2003
La città dalle antiche genti
coraggiosi marinai, deserta
nessuno calpesta le strade
tutti spinti al largo
nel mare lattescente
immersi, cullati da Morfeo.
Ma il dio sonnacchioso e distratto
dimèntico fu dell’animo mio
che ancora non trova
nel sonno ristoro.
L’àncora è troppo pesante
senza l’amica mano d’un mozzo
non posso lasciare il porto,
-vagabondo solitario
nella luce delle stanche lanterne
ritrovo di misteriosi danzatori
piccoli e instancabili, sulle note
di una musica invisibile-
trascino il piede pesante
nella cupa foschia
-anche la luna, fida compagna
rifiuta d’illuminare il passo-
D’un tratto un guizzo
mi taglia la strada
-balzo felino-
due sfere scintillanti
colme di mare
che mi esplorano impaurite
e riflettono il mio
malinconico sguardo.
Fra i resti gloriosi della storia
si accalcano i miei ricordi
i miei mille pensieri.
Una vita da marinaio
ma il cuore stregato
legato dentro le mura
della mia città.



Su traccia della mia amica genovese Roberta, che ringrazio e saluto teneramente
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la tua terra che sta chiusa tra monti e mare..la tua terra che e' tutta da sognare..un brivido di luce nell'azzurro che si posa sul cuore..
sai, ho dedicato una poesia a GEnova..( Genova vista da una pisana),mi sembra settembre o ottobre, sarei felice se leggendola tu mi dicessi che ne pemnsi
Grazie
Ciao LUna

il 17/11/2003 alle 16:40

Moloto gentile, anche troppo direi... ti ringrazio di cuore per il bel commento.
Saluti
Eros

il 22/11/2003 alle 20:42

Beh, la mia è una Genova vista da un torinese... filtrata però dagli occhi di chi mi ha fornito lo spunto per questa poesia...
Ora provvedo a leggere la tua... volo! :)
baci
Eros

il 22/11/2003 alle 20:44