Alienarsi come ombre di vita
evanescenti, acide note di noia
persistendo; e il cielo si deprime
sprofondando gli occhi
neri in mare
dove l'urlo si perde
in mille rivoli di nebbioso silenzio.
Bianchi vortici di luce
mi piombano dentro
lacerando ferite in cancrena,
bruciando immagini sbriciolate
dal tempo magro
come un fiore dannato
in fame eterna di memoria.
E avanza la paura,
melliflua e in punta di piedi,
alle spalle dell'anima:
paura d'amarsi comunque
paura di guardarsi senza abbassare lo sguardo
paura d'essere se stessi
al di là del giudizio
e forse altrove da qui,
così:
malsani e imperfetti.