- Mais oui Monsieur ... si vous voulez...
C'est un plaisir pour moi... toujours -

Esiste, forse, al mondo
Qualcosa sublime a tal punto?
Lo sguardo penetrante ammiccava
E la carnalità, impetuosa, compariva.
La leggevo lampante nei suoi occhi,
Riflessi nella sala degli specchi
Sempre la stessa che, rilucente, ci accoglieva
Con fragranze d'incenso, detestabili
E lo stridere veemente di un violino.

Esiste, forse, al mondo
Qualcosa sublime a tal punto?
La mia voce, intensa, incantava
O, piuttosto, era il mio eloquio che stordiva,
E la carnalità, impetuosa, compariva.
Si spandeva nella vastità del solaio
Sempre lo stesso che, vecchio, ci accoglieva,
Con i fragili vetri dei lucernari
E la polvere sottile e argentata.

Esiste, forse, al mondo
Qualcosa sublime a tal punto?
Le labbra scarlatte che allettavano:
Dischiudevo fremente le mie gambe,
E la carnalità, impetuosa, compariva.
Nella limitatezza di quell'auto scura
Immersa nel grande prato, in penombra,
Proprio quello che, protendendosi, si scorgeva.
Dal balcone del suo antico palazzo.

E ovunque rivedessi le mie passioni,
Ero sempre gelida e distaccata;
Fino al giungere di quell'autunno
Che, seduttore lascivo e malinconico,
Mi fece dono di nuovi e dolci inganni,
Lo stesso che, dirompente, si opponeva
A un dissoluto cuore in tormento
Su cui, gentile, scese la solitudine
Perfetta, e a lungo ricercata.