Traiettorie di spari
disegnate
sulla parete di vetro
incapace di nascondere
la sventagliata di schiaffi
in impietosa mimetica
sulle piccole guance prigioniere,
appena appena infisse
tra le luride lenzuola
di un letto avversario
Jessica,
membra fratturate
sotto un volto bambino,
giace riversa
senza sonno, senza sonno
Mohammed,
faccia d'avvocato
e domande sotto le bombe,
getta gli occhi profondi
oltre i graffi del vetro,
e beve le cento lacrime
della bimba guerriera
che gli hanno detto nemica
Un attimo dopo
lui uccide ogni dubbio
e disegna sul foglio incolore
la strada da fare
per strapparla all'inferno
Così,
alla notte
del quinto giorno,
insperata è la libertà
che piove dagli elicotteri
sui capelli di Jessica,
l'americana,
mentre schegge di nuova vita,
trapassano, indolori,
il cuore iracheno
di Mohammed