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Pubblicata il 04/11/2003
Allorchè con spregio mi dicevi:-taci!.
La tua perfida lingua mi penetrava nell'anima
come acuminata
tagliente lama.

Il caldo sangue delle vene
fiume invernale diveniva
e la vita pareva abbandonare
le fiaccate membra.

Solo il cuore,
ottimista lavoratore,
continuava indefesso a pulsare;
così ei pian piano,
con martellìo lento
ed mesorabile,
frantumava quella crosta
di ghiaccio e al corpo
restituiva vitale linfa.

13 aprile 2003 Mablu'
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... a volte la ferite di una lama di coltello... pian piano si rimargina... quella della lingua un pò meno.

Daina

il 04/11/2003 alle 08:38

Davvero bella questa tua, c'è tutta l'intensità di un'anima che conosce la sofferenza, ma che sa trovare luce davanti e dentro sè...
E poi, scritta il giorno del mio compleanno... :-)
Un grande abbraccio ed un sorriso luminoso,
Emanuela

il 04/11/2003 alle 10:24

Eh si quando ti colpiscono con acuminata lama dopo è come una rinascita... certi colpi lasciano talmente impresso il segno che uno cambia.. certo è che alcuna persona può impedir alla voce di parlare soprattutto te che componi questi leggiadri versi

ciao

Dario

il 04/11/2003 alle 11:10

sei molto gentile......grazie

il 04/11/2003 alle 22:44

hahahaha hai ragione.......grazie

il 04/11/2003 alle 22:44

un ode........miiiiiiii non importa.......sempre gentile grazie

il 04/11/2003 alle 22:46

auguri.............e grazie per le belle parole

il 04/11/2003 alle 22:47

il cuore è lo scrigno della vita

il 13/01/2004 alle 01:06

hai ragione

il 13/01/2004 alle 01:11