Le mani vibravano,
un nodo in gola sbarrava il respiro.
Un solo spettatore,
come fossero migliaia:
avvertivo il pathos; lo palpavo.
Delicatamente mi unii
a quella distesa di tasti.
Esitante, impaurito:
rivivevo gli anni della mia giovinezza.
I suoi palmi sulle mie
a guidare il ritmo
della mia fantasia.
Era ora d’iniziare:
ad occhi chiusi.
Movimenti sinuosi,
tocchi setati,
tenere armonie:
mai prima d’allora provai una simile vicinanza.
Le quattro mani in quei pochi istanti
si fusero in una sola cosa.
Il mio sguardo era solo per lei:
meravigliosa.
Alfonso