La solitudine è un cancro
che divora germogli di luce;
becca, nell'ombra
ancor umida di lacrime,
anime in pena
come tristi carogne ferite
che s'allontanano dal branco
a morire in disparte.
La solitudine è un condor
che spiega ali di tenebra
su lande gelide
e grigie d'angoscia;
lentamente lacera carni
e non si muove
dalla preda già morta
infilzando artigli indolenti
tra calde fibre di cuore.
Poi s'allontana
sporco di sangue
nero
e maledetto,
puntando il tramonto:
e di me, notturna carcassa,
restano solo parole di tuono
che il vento un giorno urlerà.