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Utente eliminato
Pubblicata il 29/10/2003
La solitudine è un cancro
che divora germogli di luce;
becca, nell'ombra
ancor umida di lacrime,
anime in pena
come tristi carogne ferite
che s'allontanano dal branco
a morire in disparte.

La solitudine è un condor
che spiega ali di tenebra
su lande gelide
e grigie d'angoscia;
lentamente lacera carni
e non si muove
dalla preda già morta
infilzando artigli indolenti
tra calde fibre di cuore.

Poi s'allontana
sporco di sangue
nero
e maledetto,
puntando il tramonto:

e di me, notturna carcassa,
restano solo parole di tuono
che il vento un giorno urlerà.
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Descrivi la solitudine come un macabro evento di sapore sgradevole, ma la tua poesia è di grande efficacia. Ognuno vive la solitudine a modo suo e rispetto i pensieri altrui.
Un cordiale saluto
Cesare

il 29/10/2003 alle 21:58