sul momento della fine
la tua anima non è più
un edificio ergentesi sulla pianura
un edificio con piloni e fondamenta e con
una sua logica
ma nel momento della fine
quando nel corpo non c'è
membro che non si tenda in spasmi orribili
allora la tua anima
è un desolato e cupo campo di battaglia
e proprio come i saggi raccontarono
una distesa di nebbie catramose
e di cadaveri
è il campo da gioco del diavolo
e del suo veloce carro
e le memorie ritornano fuori
come la feccia che risale il pozzo
e come le teste dei palombari
dopo vent'anni a setacciare abissi
e le memorie ritornano a galla
con volti anamorfici
e con musiche d'inganno
la tua mente annega
in un vortice concentrico
e tu vuoi solo piangere
tutto ti crolla dietro e tu
cominci a piangere
***
memorie come di quando
tutta la notte sul ponte di una nave
a sparare ai gabbiani inesistenti
in mancanza d'albatri
nella vana e disperata speranza che
tacesse per un minuto almeno
lo snervante cantico (a bocca chiusa) della luna