nelle gabbie
di questo pendulo giorno
palustri
agli oleandri spiaggiati
di tossica linfa sfioriscono
baciate d'autunno le foglie
cannule salenti invano
si che tremula l'aria
a trasparenza s'affanna
e
nel filtro dei polmoni
stanca s'accuccia
che di scorie
a noia interrogati
i soliti misteri
lungo il tratturo
usurato dei pensieri
ossigeno in riciclo attarda
a carponi e malvestito
e
scocca certosino
il mio gatto
di traverso a l'altare
un lampo
dentro la chiesa
parrocchiale di giaggiolo
che dir si voglia
messa recitante
a me di fianco
ardeo
azzurro d'occhi
i calzoni alla zuava
rattoppati
scalzi i piedi
e
pur felice ardeo
che di lacrime addolcite
tra i ventricoli sopiti
di quell'anima
dall'ali mai credute
finalmente ridiamo
i nostri dieci anni
e poco più
oggi sabato 25 ottobre 2003
a cesenatico
ho incontrato ardeo
mezzo secolo addietro
nella chiesa di giaggiolo
e
il mio gatto certosino
che amava dir messa