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Pubblicata il 21/10/2003
E lui lento scendeva dal monte
Mentre i razzi ormai stavan partendo
Col suo triste berretto calato
A nasconder rimpianti d'altrove
Rispecchiandosi in pozze dorate
Rilasciate da piogge corrotte.
E cantava col cuore placato
Dopo tante battaglie ormai perse
Una triste canzone d'amore
Per le povere orecchie del niente
In cui lento s'andava perdendo
Nascondendosi ad occhi ormai spenti.
Le partenze s'andavan esaurendo
Rilasciando fumosi ricordi
Lacerando l'azzurro del cielo
Con metallo lucente e perfetto
E rombando quei razzi salivan
Fino a quando sparivan per sempre.
Ma lui lento scendeva dal monte
Ricercando nell'ombra la quiete
Che terrena per sempre attendeva
D'abbracciarlo com'era abituata
Quando triste una voce cantava
Filastrocche d'amore e di morte.
Ché difatti lassù niente c'era
Che potesse aspettarlo felice
Ma soltanto altri vuoti d'amore
S'allungavano sull'orizzonte
Rifuggendo nell'umido albore
D'albe mute su stelle perverse.
E quei razzi sparivan nel blu
Trasportando con sé umani sogni
Le speranze di inizi migliori
Tristi pacchi d'evasi sconforti
Lunghe attese di teneri abbracci
Lente fughe da insipide morti.
E lui giunto ormai in fondo a quel monte
Si chinò per raccogliere un fiore
Annusandolo perse le forze
Ed attese nel sonno per ore
Finché solo rimase per sempre
Continuando a far sogni d'amore...
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bella...sembra una fiaba, un racconto breve sotto forma di filastrocca....
il verso che preferisco è:

Ma soltanto altri vuoti d'amore
S'allungavano sull'orizzonte
Rifuggendo nell'umido albore
D'albe mute su stelle perverse.

molto profondo.....
Un caro saluto....Mary

il 21/10/2003 alle 13:05