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Pubblicata il 20/10/2003
Non si può trasportare dappertutto il cadavere del proprio padre ( Apolinnaire)


(A Enrico S.)



Brillii luccicanti, fari abbaglianti
tacchi a spillo e spacchi sui fianchi

gorgheggi a go gò
parrucche gracchianti e ori e zirconi
e falsi d'autore

e come un padre appari a ninnarmi
a narrarmi di culi in finestra

di fiati che puzzano
di anisotropici effetti
di acconciature deformi
di ruote elevate a sistema

di colori/calori infangati

m'insegni
a dosare la sabbia di fiume

la mia anima bifora
avvolgi
dilati me stessa
intervieni sul segno e graffi sui sogni
aggiungi collante

mi sproni
a cercarmi

e m'inviti

a ripetere assieme tre requiem
ai maestri dalla bacchetta spuntata.


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