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Pubblicata il 17/10/2003

Abissi inesplorati,
mondi sommersi
in fondo alla memoria
prendono corpo e forma
nell'irrealtà del sogno
concretizzando immagini
multitentacolari
e mente avviluppando
in spire di follia.
Ma nella dura roccia
d'un'integra coscienza
si tempra il divenire
dell'Essere vitale
frangendo l'onda lunga
d'insana depressione.

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Comprendo molto bene il sapore di questa esperienza di "preconoscenza" che il sogno a volte fornisce, la convinzione di abbracciare complessi legami con una realtà supernormale di cui a volte si ha paura e non si capiscono le interrelazioni, facendoci sentire molto piccoli e senza peso nella complessa realtà. Ma come dici nel bel finale all'interno del nostro essere c'è una forza che ci porta alla realizzazione, al di là del nostro malessere.
Un abbraccio
Axel

il 17/10/2003 alle 09:25

Non comprendo bene se la seconda parte della poesia costituisca un'espressione di volontà o una consapevole acquisizione, Gaetano. Parrebbe più la prima (il che non è irrilevante) nel tenore generale del brano, piuttosto algido e monocorde liricamente. Ad altro momento, eventualmente, una più compiuta comune riflessione :-)
Un caro saluto.
Max

il 17/10/2003 alle 11:54

he, lupotto...non si saluta piu' la luna?
ciao

il 17/10/2003 alle 17:26

E' una poesia molto particolare... mi " intriga " molto questo " cogliere l'attimo prima " splendidamente espresso in versi. Un salutone a te.
Michele

il 17/10/2003 alle 18:21

i sogni sono fatti di una reatà pelosa che da fastidio alla pelle del risveglio...forse perchè spesso non li ricordiamo...e quando lo facciamo ci spaventa dar loro un'interpretazione...ti abbraccio cri

il 17/10/2003 alle 22:40