Arida, selvaggia
che spargi in me tempesta
e questo sottile malessere
un'ultima volta vorrei
oltre la coltre di fitta foresta
dell'intricato tuo essere
che i neri occhi infiltrassi
come scintille di fuoco
tra gli interstizi dell'anima
dove putrido ristagna
nel più gelido inverno
il ricordo di te