se Venezia potesse parlare, con una lacrima dolcissima ti verrebbe a salutare...
Luna
Ho descritto le sensazioni che provo ogni volta che
penso a Venezia, al suo degrado ed alla nostra impotenza, con l'affetto profondo che mi lega a lei
Sergio
E' terribile Sergio, ma è così, da troppo tempo Venezia percorre una Via Crucis che il "business" cammuffa per tornaconto.
Anch'io amo Venezia!
Giulia
Chiara, amare Venezia è una sottile pena che si insinua in ogni canale e dil ogni calle, e si specchia nel nero del caffè caldo e amaro che si sorseggia sedutoi su sedie di ferro battuto e su minuscoli tavolini di marmo al Florian....
Ciao, Sergio
Mariangela Melato direbbe, dimenticare Venezia,
ma la sottile pena di chi ama Venezia è ricordarla, spesso...
Sergio
Un'analisi/dedica patologica di Venezia, descritta come un corpo umano durante un'autopsia.... nel tuo ultimo commento accenni all'aspetto lugubre di questa tua poesia, sì è poesia....più che lugubre la definirei macabra, anticlassica per tema, l'elevazione della decadenza, per me avresti fatto felice Baudelaire e Degas....non nascondo che il tono che avvolge il testo oltre all'aspetto macabro porta un tono malinconico, quindi non un macabro grottesco come quello delle ballate provenzali rielaborate da compositori come Saint-Saens che adoro, mi riferisco alla sua Danse Macabre, in cui il senso del macabro s'accompagna al grottesco e all'arcano. Dicevo appunto malinconico, il sottolineare i difetti, dai piccioni infetti alle torbide acque all'eccesso del carnevale che pare nascondere quelle pecche invoglia inevitabilmente a pensare a come era, la sua bellezza perduta, quel fascino che ancora ha che colpisce per chi la vede la prima volta, mi ha ricordato nella sua malinconia implicita la canzone La bohème di Aznavour....lugubre macabra, tuttavia impressionista, espressionista, colpisce attraverso il suo lirismo e la semantica pregiata e calcolata....Amo Venezia...la conclusione paradossale tuttavia più veritiera, il difetto accentua la bellezza del ricordo...scusa la lunghezza sergio, complimenti, ciao, andrea e scusa le divagazioni musicali più o meno pertinenti.
Oramai Andrea, abbiamo compreso reciprocamente che parlare di poesia e delle poesie ci consente di spaziare la dove la mene trova slarghi e spiazzi per farlo, che sia musica o letteratura vita vissuta o immagini non imprta, ogni cosa passa per le dita della mente che sia richiamata dai versi fa prte delle suggestioni che le parole evocano, e lasciarle andare è la più pregevole delle letture possibili, lugrubre ossia che infonde tristezza e morte, o macabro cioè con richiami orrendi e raccapriccianti, facciamo danzare questi due termini in una danza macabra entro le porte serrate di un maniero, ed assistiamo al loro contagio come nel decamerone, non si salveranno.. Potrei scrivere a lungo su venezia e su come io la intendo e la vivo, anche se ormani sono lustri con non ci vado col corpo, l'immagine di una deposizione era quella, forse lo è ancora quella che ne è la summa... e poi mi tocca vedere pubblicità come quella che dice " chi gà sugà el canal " che sono assai più raccapriccianti .. GRazei Andrea per te tue sempre apprezzate parole, Sergio
I canali lugubri e ammuffiti sono la caratteristica di Venezia per questo ho detto bella. Anche il brutto ha il suo bello.