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Pubblicata il 30/09/2003
Della tua acqua
risorgi la mia infanzia
la sorgente arsa d'incanti
quando ti navigavo delle mie barche
di sughero, fanne ora velieri
del cuore afflitto,
quando stendevo lampare allo zenit
e mi stringevo delle tue gocce fredde
le braghe, ora lasciane accesa
una soltanto per il mio amore disperso.

Mio amato lago
dai vecchi salici sradicato
nella penombra come usano gli uomini
per giustificarsi, risorgi
in me il potere che mi vedi avvilito
e distante, quello dei miei svenimenti
nelle tue profondità,
quello che avevi sciolto nelle nevi
sotto le ferrate mani della paura
per salvar della mia donna e della mia
la vita.

Hanno cercato di dissuadermi
dal tuo contatto, dalla tua memoria
ma io vibro della tua cultura,
del tuo solitario zampillare tra contorte radici,
nel vento che t'accoglie umido la notte
sulle ciglia attempate del gufo.
Tu mai mi sarai infedele come lo sono stato io!
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che cos'e' essere infedeli, amico mio?
che cos'e' il tuo essere lago?

il 30/09/2003 alle 12:04

L'infedeltà è l'aver deviato dal cuore per la via facile delle affermazioni che si desidera sentire,
mentre il mio essere lago è la pace in-ferma dell'anima e tutta la sua profondità sconosciuta.

Queste sono un po' le chiavi di lettura delle poesie che spero ti siano sempre fedeli nel sentimento come ora.

ciao
Sulphur

il 30/09/2003 alle 15:07

sempre lo resteranno, amico, mai si perderanno nella profondita' del lago mio

il 30/09/2003 alle 15:40