Se me ne andrò, lunedì,
alla fiera
sarà per l'aria
dismessa dell'alpeggio,
per stringermi
in quelle infortunate dita
di Giuseppe, il malgaro,
nei suoi occhi spaventosamente
chiari del cielo
e sporchi di sudore fresco
del vento.
Sarà per risentire il vino
grezzo borbottare dall'aspro tavolaccio
in un possibile ripensamento
che in fondo mi basta niente
per essere felice:
il nefasto dei giorni
che s'acclimata alla gioia delle altezze
per precipitare poi tutto quanto
insieme.