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Pubblicata il 16/09/2003
Pavimento di marmo
serrande di legno
come palpebre quasi chiuse
da quell'occhio
un fascio acido di non so che(luce?)
la vita vola dentro come polvere
e come polvere esce fuori
Respiro del sole!
Il guscio di penombra della stanza
scricchiola(è la luce,è il sogno?)
il cielo svolta e digrigna i denti
che brillano,
sorrido,
ma strade sterrate sghignazzano
e le mie meningi non sopportano più
il loro velenoso sarcasmo;
di là un giardino fiorisce
di qua carne che appassisce
devo andare!
Il primo treno per chissà dove
la stazione è una pentola
io sono l'acqua che ribolle
questo coperchio salterà via
e.....
...sarà l'alba
di una corsa folle.
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Sembra che tu sia uscito dall'ospedale, comunque da un luogo poco ameno, la descrizione è lucida come la voglia di fuggire, forse pure da se stessi
bella e forte l'espressione:
"di là un giardino fiorisce
di qua carne che appassisce"

un bacio
Kat

il 17/09/2003 alle 07:54

Grazie Kat detto da te mi riempie di fiducia,diciamo che l'ospedale è la staticità della mia vita attuale,la frase finale è una speranza.ciao,un bacio

il 19/09/2003 alle 21:24