E' la pioggia che batte sui vetri,
è il susseguirsi rabbioso del mare
sulla riva che agita questa notte
senza luna.
Fuggiti dalla nostra solitudine
ci siamo incontrati:
inquieti gabbiani
di burrascosi mari.
Nella notte della fantasia,
spazi senza corpo,
immagini senza forma,
hanno parlato d'amore
senza ipocrisia.
Con la mente che ha goduto
di albe e tramonti e trepide attese
nella notte sferzata dal vento
ho sentito il tuo corpo
inquieto fremere di piacere,
ho letto il calore delle tue labbra.
Ora s'è placato il libeccio
e noi eremiti di un mondo
che chiacchera soffrendo,
subblimato il corpo
pensiamo felici la quiete della notte.
L'intelligenza ricompone le forme
e l'abitudine del cervello immagina
piacevoli corpi:
trepida attesa d'incontri.
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