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Pubblicata il 09/09/2003
" Il mondo avrà la sua fine e ci sarà sempre qualche dio sconosciuto che si ricorderà di te"

Immobile afono
disteso come fantoccio
sotto il plumbeo velo
che ricopre la mente
incosciente
invano hai visitato
Tanato
il Signore delle tenebre
Rimani appeso
allo scorrere lento
di interminabili flebo
lunghe teleferiche
che ripercorrono
il confine
tra la vita e la morte.
Dall'anticamera
dell'Averno
ti ha riportato
al Signore della luce
il bravo luminare
che ricuce
lo squarcio da macellaio
Prosciugata per sempre la vena
che cosa ne farai
di questa vita postuma
quando già ti bastava
quelle sopportata
sotto il peso di macigni
calpestati frantumati
Vita inaspettata
rubata al letèo sonno
prosciugata senza lacrima
dimenticando di ricucire
le ferite del cuore
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sai fà riflettere parecchio questa poesia... il tuo messaggio non sò se l'ho afferrato appieno, anche perchè sbaglio o ce ne sono più di uno?

Ciao

Dario

il 09/09/2003 alle 09:58

E' una poesia molto complessa... per me che lavoro in un ospedale, quella che descrivi è realtà quotidiana, il perenne, fragilissimo equilibrio fra vita e morte... mi è piaciuta molto, in ogni caso. Saluti.
Michele

il 09/09/2003 alle 14:47

Sei un lettore molto attento, hai capito bene .
Non c'è un solo messaggio.
Ciao,
Carmen

il 12/09/2003 alle 20:16

Grazie per la sensibilità e la comprensione che dimostri nel tuo commento .
Ciao,
Carmen

il 12/09/2003 alle 20:24