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Pubblicata il 06/09/2003
Fuggita solitudine – 06.09.2003

Prendevo a calci
quel sasso che
sulla strada incrociavo:
trascinavo la noia
sempre più lontana

Guardavo il cielo
e dipanavo nuvole
e per ognuna
una forma inventavo

- muri grigi d’incomunicabilità
con me prendevano colore –

…e non volevo restare
tra polvere sospesa

Tanti passi
uno per volta
per condurmi
dentro me stessa
fino al giorno
che mi ha visto aprire le ali

Voli e trilli
in un vasto cielo
dove la solitudine
è ricordo
che non gronda più amarezza



Poe
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Una rinascita, una nuova vita che ricomincia con ottimismo ritrovato... bellissima poesia, piena di energia positiva. Bacione.
Michele

il 06/09/2003 alle 18:28

Il mio percorso e la necessità di reagire a quelle ombre che coprivano il cielo!
Un bacio
Poe

il 06/09/2003 alle 21:42

Tornato dalle ferie mi sto godendo le tue poesie.
Godendo, sì! Perchè hanno dei valori alti. Sia di
forma che di sostanza.
Amichevoli complimenti,
Vitale

il 07/09/2003 alle 19:24

Grazie di cuore Domenica,
fa piacere sapere che quel che si cerca di trasmettere ha poi risconto e immesimazione...
Un sorriso
Poe

il 07/09/2003 alle 23:33