ciao dottore!
..e dici poco, aver seminato la quiete!
ma sai, quella è dentro di noi, arriva con l'età, con gli anni, con il vedere i figli ben cresciuti, con la nostra consapevolezza del male "vero" e non delle stupide magagne.
l'orologio siamo noi, il pendolo i nostri pensieri.
e i tuoi mi sembran belli !
bella, un 5 meritato per la lungimirante meditazione personale.
abbraccio pat.
E' bella Gaetano, la tua lirica...considerazioni...davanti ad un defilé di rughe..(intendo le mie) che scandiscono ...il tempo..ma se questo è stato vissuto intensamente...ci si ritrova appunto..in altre stagioni...ad assaporare il "dinamismo"della quiete
Un abbraccio
marcella
ps: grazie per l'e-mail, l'ho ricevuta !!
Bellissimo il movimento del pendolo a scandire il tempo e l'esperienza della vita che lascia tracce sul viso e nell'anima del nostro esistere...
Molto bravo, Gaetano!
Un abbraccio
Axel
Assai bella e profonda l'immagine che offri caro Gaetano. Nella sottile autoironia iniziale che la sottolinea, nella accettazione serena e operosa del sé, emerge la consapevolezza del proprio stato "in movimento", in fertile porgersi alla vita che scava e che sa donare molto assecondandola, amandola, accettandone il magico mistero e la poesia che sa dispensare per la quiete interiore. Sono contento per questo tuo scritto, che espande un sorriso e sa comunicarlo come guida.
Un abbraccio e a presto.
Max
seminare quiete nei solchi che erano cicatrici.... senza cancellarle, ma lasciandole lì a testimoniare di aver vissuto e di aver saputo amare....
dolcissima questa tua...
un bacino
Mary
Caro Gaetano hai scritto davvero una bellissima lirica!
Hai descritto con poche parole iul senso occulto del tempo e il porsi dell'essere umano in attesa di un evento futuro e certo...
Triste ma schietta, la definirei, guarnita di preziosità stilistiche.
Un caro abbraccio da un tuo collega seminatore...
Er
Il pendolo, con il suo incessante movimento, scandisce ogni nostro avvenimento e sa tutto di noi: quello che abbiamo indovinato, quel che abbiamo sbagliato, quel che continuiamo a fare in attesa di una specie di quiete dell'anima che chissà mai quando e se arriverà... un'altra bellissima poesia, un'altra preziosa riflessione che ci hai regalato. Salutone.
Michele
Grazie Pat, commento dolce e vero il tuo! Ma seminare non significa aver già raccolto: la quiete è una pianta dalla lenta crescita e per me comincia a germogliare appena.
Un abbraccio
Gaetano
... e bellissime le considerazioni che fai tu.
Grazie ed un abbraccio.
Gaetano
Grazie Al, ricevere il tuo apprezzamento è per me davvero un motivo di orgoglio... ma non mi monto la testa ;-)
Un abbraccio a te
Gaetano
Tu sei stato testimone dei primi albori di questa mia lenta ma spero costante trasformazione verso la piena consapevolezza del mio "essere" passato, presente e futuro, e del micro-macrocosmo che ho dintorno, e ne sono contento. Alle prime "chiacchierate" dovrannno seguirne altre: mi aiuteranno ancora.
Ti abbraccio, felice di averti fatto sorridere.
Gaetano
Grazie cara Mary, in un'altra poesia scrissi che un volto senza rughe è un volto senza storia, senza sentimenti, senza VITA, ed io - da sempre cultore delle immagini (forse è anche per questo che sono radiologo) - amo in modo particolare i volti rugosi dei nostri contadini.
Un bacione
Gaetano
Anch'io ti voglio bene sorellina.
Un bacino liscio liscio.
Doc
Se si è in due a seminare, il raccolto non può che essere ricco ;-))
Per la verità non mi ero reso conto dell'aspetto malinconicamente triste e ti ringrazio per averlo sottolineato: avevo creduto di trasmettere quel senso di quiete interiore che si può raggiungere verso il tramonto dell'esistenza con la presa di coscienza che la nostra vita non è altro che una continua semina di esperienze e che da esse possiamo e dobbiamo raccogliere il frutto dell'equilibrio, della pacatezza, della serenità; insomma, quello che i nostri predecessori chiamavano "la saggezza dei vecchi".
Un abbraccio a te, carissimo amico.
Gaetano
Grazie Michele, come certo saprai, il pendolo è anche uno strumento di ipnosi, di quello stato cioè che può condurci al di là dei sensi e della realtà.
E forse anche in questa duplicità che possiamo misurare il grado di autoconoscenza che può accompagnarci alla quiete ed all'equilibrio.
Un caro saluto
Gaetano
mi piace molto l'immagine delle cicatrici del tempo che si trasfomano in solchi fertili da coltivare con frutti e speranze...mi piace molto anche questa nuova consapevolezza di te stesso...ti abbraccio cri
...ricordo anche quella poesia....una delle mie preferite.....buona notte....
Mary
E', come dicevo anche a Er, quello che i nostri avi chiamavano "la saggezza dei vecchi"? ;-))
Grazie Cri, un bacione.
Gaetano
Il tempo, per me, non è mai stato nemico, a volte tiranno, questo sì, ma poi diventa un partner, un alleato: io lo vedo come un fratello maggiore che all'inizio ti strapazza per farti comprendere le cose, per farti recepire i suoi insegnamenti, e poi ti prende a braccetto per percorrere insieme la strada che resta.
Grazie per le tue belle parole e un salutone
Gaetano