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Pubblicata il 28/08/2003
Al tramontar,
Destino si fece avanti
a riscuoter parte
di quel giorno andato,
disciolto,
in verdi gocce
di speranze infrante.
Ma lento
ad agir sovente
si fè dinanzi Sentimento
cui nulla volle ceder
financo un flebil sorriso.

SENTIMENTO:
"Qui tu porteresti
invano tua dimora,
uccello a bianche piume,
curator d'affanni esistenziali.
Qui tu non avrai mai il cor
d'oneste lagrime ricolmo,
celate nel vento insano
d'un meriggio assente.
Di me cercante,
nel senso o nel tormento,
quell'Aurea chioma
apparmi in capo,
al levar del giorno
per ogni istant'accolto.
Qui tu non avrai,
malsano, alcun dono
cui a levar si presti
d'esserti orgoglio in mano."

DESTINO:
"Porti rancor
o savio incenso,
ch'alcun diverbio acceso
al cospetto arcano
s'è ormai andato spento.
Tu non avrai
ad esser morto,
che al tuo celar la notte
si confuse il giorno.
Bada o scettro
da gioia e dolor or sorretto,
a te nulla si cambia
al tuo rifletter ombra,
se hai dato o preso
nulla è valso indietro,
ma al Destin
nulla si tace.
Alcun compenso
giammai vien speso.
E ciò che è dato
anch'esso è reso.
Or va,straniero,
e porta in pace
tua dimor funesta,
che sia ancor un dì,
giorno di festa."

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